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“Liberarsi dalla rabbia”
ThIcH NHAT HANH

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Tutti noi abbiamo questo seme di felicità, di libertà, di compassione, nella profondità della nostra coscienza, ed è possibile che un praticante sia consapevole delle cose buone che ha dentro, per aiutare quel seme a manifestarsi, e rendere più bello il pae.

saggio, lassù.

Quando la rabbia e la paura si manifestano, il paesaggio non è molto bello e si soffre.

Ed è per questo che il modo di gestire il seme che è in noi è il lavoro, il lavoro di un profes-sionista.

Questo fa parte del Nobile ottuplice sentiero

Il Retto sforzo, ha quattro aspetti. Il primo aspetto è che i semi negativi si trovano qui.

Non toccarli.

Non dar loro una possibilità. Non innaffiarli.

Questa è unarte. Abbiamo in noi il seme della rabbia, della paura, della disperazione.

Dobbiamo organizzare la nostra vita in modo tale che i semi della paura, della rabbia, del desiderio e della disperazione in noi, non vengano innaffiati nella nostra vita quotidiana.

Quindi, la pratica del quinto addestramento di consapevolezza, il consumo consapevo-le, è molto importante. Quando guardi la TV, il programma può annaffiare in te il seme della rabbia, della disperazione, della violenza, della brama dentro di te.

E guardare la TV in questo modo, aiuta i semi cattivi a risalire, e quando salgono da laggiù i semi crescono. Quella persona, 10 anni fa, non era così arrabbiata. Ma ora è molto arrabbiato, perché il seme della rabbia in lui è cresciuto 10 volte di più.

Perché in passato, il seme della rabbia è stato annaffiato da lui stesso e dagli altri. Quindi, dobbiamo prenderci cura di noi stessi.

Dobbiamo fare in modo che il seme cattivo, il seme negativo che è in noi, non venga innaffiato.

E come praticanti, dovremmo saperlo fare. Dovreste aiutare il vostro partner a farlo. “Tesoro, tu sai che ho questi semi negativi in me, se innaffi questo seme soffrirò. E anche tu soffrirai.

Quindi, se davvero ci tieni a me, tesoro, evita di annaffiare il seme della gelosia, della rabbia, della paura, della brama, in me.

E io prometto di fare lo stesso. So che anche tu hai questi semi. Ti prometto che dora in poi mi asterrò dall’annaffiare il seme della gelosia,della rabbia, della paura, in te.

Sosteniamoci l’un l’altro nella pratica. Siamo co-praticanti. M’impegno a non annaffiare questi semi, né in me, né in te. E per favore, prendi anche tu lo stesso tipo d’impegno.

Firmiamo un trattato di amore, un trattato di pace, e il Sangha ne sarà testimone” E questo è il primo aspetto della pratica del decimo esercizio.

La seconda pratica, il secondo aspetto della pratica avviene quando il seme negativo se già manifestato. E un buon praticante dovrebbe sapere come aiutarlo a tornare a casa, laggiù, il prima possibile.

Ci sono molti modi, e uno dei modi è quello d’invitare un altro seme a spuntare. E se il seme è bello, sano, l’altro seme ‘indebolirà, e tornerà a casa. È come quando ascolti la musica, o guardi la TV.

Se il programma non è affatto interessante perché dovresti continuare a guardare quel programma? Quindi, cambia canale. Premi il pulsante. E permetti a un altro canale di manifestarsi. Questa è esattamente la pratica.

Quando si manifesta un seme di rabbia, o di paura, o di dolore, non rimanere lì, non diventare la vittima. Fai qualcosa. Cambia canale. Invita qualcosa di buono, come quando ascolti una musica che non ti piace. Puoi fermarla, e mettere un altro cd, cambiarlo.

Puoi farlo per te stesso, e puoi aiutare la persona amata a farlo. Non permetterglie-lo, non permettergli di restare sotto l’influenza di quella formazione mentale, aiutala a uscirne. Di qualcosa, aiutala. Aiutala a far emergere il buono che ha dentro. Dobbiamo aiutarci l’un l’altro.

E il secondo aspetto della pratica è che quando si manifesta una formazione mentale negativa dobbiamo fare del nostro meglio per sostituirla, per aiutarla a tornare a casa, nel suo stato di seme. Altrimenti, se rimane lassù a lungo, gli altri semi, che si trovano alla base, cresceranno.

Non vogliamo dare una possibilità al seme negativo che cè in noi.

Il seme dell’inferno, il seme della sofferenza.

Il terzo aspetto della pratica è un seme sano, che non si è ancora manifestato. Fa qualcosa per aiutarlo a manifestarsi. Abbiamo molte cose buone in noi, abbiamo la capacità d’amare, di perdonare, dessere liberi, d’essere gioiosi, di comprendere.

Ma perché non permettiamo a questi semi, agli elementi del Buddha, ai cromosomi trasmessi dal Budda, da Gesù, dai nostri antenati spirituali, di germogliare? Noi li ab-biamo, noi abbiamo il regno. Abbiamo il nirvana, abbiamo la compassione, abbiamo la gioia e la pace. Perché non facciamo qualcosa per far emergere tutto ciò?

Quindi, il terzo aspetto della pratica è quello di dare una possibilità al buon seme che è in noi, in modo che possa diventare formazione mentale positiva, a livello della nostra coscienza mentale. E il paesaggio della mente è bello, gioioso.

Alleggerire la mente, è la pratica. E tu puoi aiutare il tuo partner, o la tua partner, il tuo co-praticante, a fare lo stesso. Tu sai che in lui, in lei, ci sono cose buone. E se tu sei un bravo giardiniere, innaffierai i semi buoni, in lui o in lei. E se un fiore sboccia, l’altra persona è felice, e anche tu sei felice.

Tu sei un giardino, e il tuo compagno è un giardino. Tu sei anche il giardiniere, ora, e sai come innaffiare i semi buoni.A Plum Village chiamiamo questa pratica la pratica dell’irrigazione selettiva.

Sinnaffia solo il fiore, non la spazzatura. E la pratica può essere efficace, molto rapida-mente. Possiamo rendere felice l’altra persona in soli 5, 10 minuti, se sappiamo come innaffiare i semi buoni, il seme della felicità, in lui o lei. Non cè bisogno di molto tempo.

Ricordo che un giorno, a Plum Village, stavo tenendo un discorso sull’irrigazione se-lettiva. E vidi tra il pubblico una signora che piangeva. Aveva pianto dall’inizio alla fine del mio discorso. Veniva da Bordeaux, una città a unora di macchina da Plum Village.

Dopo il discorso, andai da suo marito e gli dissi qualcosa di molto breve, dissi: “Il tuo fiore ha bisogno di un po’ d’acqua.” Così quel giorno, quando tornarono a casa, in mac-china, lui sesercitò ad annaffiare il fiore in lei. E quando arrivarono a casa, i bambini furono molto sorpresi di vedere la madre cosi allegra.

Non come la mattina. Quindi, la pratica può cambiare le cose, molto rapidamente. L’in-naffiatura selettiva possiamo farla. Anche senza telefono

E l’ultimo passo, l’ultimo aspetto della pratica è che, quando il seme buono si è manifestato qui, dobbiamo cercare di tenerlo il più a lungo possibile lassù. Perché continuerà a rendere il paesaggio della mente felice, bello.

E come quando un buon amico ti fa visita.

Ti dà tanta gioia, tanta felicità, quindi cerchi di far si che si trattenga il più a lungo possibile.

E quando un buon praticante cerca di mantenere vive le formazioni mentali positive, come la compassione, quassù, la felicità è possibile, e laggiù il seme della compassione cresce, continua a crescere.

Tutto ciò che ha la possibilità di manifestarsi quassù avrà la possibilità di crescere lag-giù. E questa si chiama la pratica della trasformazione della base, nel Buddismo. La psicologia buddista parla di ashraya-paravrtti, trasformazione dalla base. Fare giardinaggio nella mente, energizzare la mente.

E l’undicesimo esercizio è praticare la concentrazione, concentrare la mente.

Il dodicesimo è quello di liberare la mente. Nell’insegnamento buddista ci sono molte forme di pratica della concentrazione. Possiamo scegliere il tipo di concentrazione di cui abbiamo bisogno. E con il potere della concentrazione, possiamo fare una pausa e liberarci dalla rabbia, dalla paura, dalla disperazione, dalle nostre afflizioni.

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