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Non c’è niente di più confinante della prigione in cui non sappiamo di essere

  • di

“Shakespeare ha scritto:
“Non c’è niente di più confinante della prigione in cui non
sappiamo di essere. ” In altre parole, qualsiasi cosa di cui
non siamo coscienti può avere una profonda presa su di
noi. Nei momenti critici, possiamo finire per fare i suoi
ordini credendo di fare le nostre scelte nella vita. Siamo
proprio in una prigione di nostra creazione quando agiamo
come se il mondo comune dei fatti e delle figure non fosse
solo il “mondo reale”, ma anche l’unico mondo. La prigione
della mente moderna è in parte creata dalla comune
convinzione che la “realtà” possa limitarsi alla logica, alle
statistiche e ai fatti dimostrabili. Non che il mondo letterale
sia “irreale”, piuttosto che sia il primo livello della realtà e
non possa mai raffigurare tutto ciò che è veramente Reale.
Limitare tutte le modalità di presenza ad un singolo piano
di essere porta ad essere intrappolati in una visione
ristretta della vita e imprigionati nella trappola lineare del
tempo. Troppa “dura realtà” e il mondo torna piatto; si
perde il contatto con tutto ciò che rende questa terra un
luogo di meraviglia e bellezza e possibilità nascoste. Il
nostro mondo è il riflesso della nostra anima. Poiché
abbiamo imparato a negare al mondo la sua anima e quindi
il suo legame con il divino, anche lui può sembrare morire.
Sotto l’incantesimo del letteralismo e della tirannia dei fatti
e delle statistiche, l’eredità moderna diventa un mondo
sempre più diminuito, troppo quantificato oltre che
sfruttato a fondo. L’ascesa del letteralismo segna la perdita
di immaginazione alla base sia della fissazione con fatti
misurabili che del fondamentalismo delle credenze
fanatiche. Il letteralismo riduce il mondo a idee fisse e rigidi
dogmi isolando le persone agli estremi di pensiero,
sentimento e credo. Il letteralismo toglie il mistero e il
naturale senso di soggezione fuori dal mondo e alla fine
toglie il senso dalla vita. Se non c’è un altro mondo di
spirito e immaginazione, non ci può essere nessun posto
dove rivolgersi quando il mondo reale diventa
disorientante, quando tutto intorno a noi diventa sia più
irrazionale che sempre più caotico.

Quando la vita ha perso
la sua meraviglia e la natura ha perso il suo aureola vivente,
la fantasia è l’ingrediente mancante e il rimedio necessario
alla malattia del letteralismo.

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