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TRASFORMARE LA MALATTIA IN ILLUMINAZIONE (ECKHART TOLLE)

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TRASFORMARE LA MALATTIA IN ILLUMINAZIONE (ECKHART TOLLE)

D. Se qualcuno e’ gravemente ammalato e’ accetta completamente la propria situazione e si abbandona alla malattia, non rinuncia cosi’ alla volonta’ di ritornare in salute? La determinazione a combattere la malattia non ci sarebbe piu’, vero?

R. La resa e’ accettazione interiore di cio’ che esiste, senza riserve. Stiamo parlando della vita, di questo istante, non delle condizioni o circostanze esistenziali, cioe’ della situazione esistenziale.
La malattia fa parte della tua situazione esistenziale. In quanto tale, ha un passato e un futuro. Passato e futuro formano un continuum ininterrotto, a meno che il potere rigenerante dell’Adesso non venga attivato attraverso la tua presenza consapevole. Come sai, al di sotto delle diverse condizioni che costituiscono la tua situazione esistenziale presente nel tempo, c’e’ qualcosa di piu’ profondo, di piu’ essenziale: la tua Vita, il tuo vero Essere nell’Adesso senza tempo.
Dal momento che nell’Adesso non ci sono problemi, non c’e’ nemmeno la malattia. Credere in un’etichetta che qualcuno appiccica alla tua condizione la mantiene al suo posto, la rafforza e trasforma uno squilibrio temporaneo in una realta’ apparentemente solida. Non solo le conferite realta’ e solidita’ ma anche una continuita’ nel tempo che prima non aveva.
Focalizzandoti su questo istante e trattenendoti dall’etichettarlo mentalmente, la malattia viene ridotta a uno o piu’ di questi fattori: dolore fisico, debolezza, sconforto o disabilita’. Ecco a cosa ti arrendi, adesso. Non ti arrendi all’idea di “malattia”.
Permetti alla sofferenza di costringerti a entrare nel presente, in uno stato di intensa presenza consapevole. Usala per l’illuminazione.
Arrendersi non significa trasformare cio’ che esiste, almeno non direttamente. Arrendersi trasforma te.Quando sei trasformato, anche il tuo mondo cambia, perche’ e’ solo un tuo riflesso.
La malattia non e’ un problema. Il problema sei tu, finche’ la mente egoica e’ in posizione di controllo.
Quando sei malato o disabile, non sentire di avere fallito, non sentirti in colpa. Non incolpare la vita per averti trattato ingiustamente, ma non incolpare nemmeno te stesso. Tutto questo e’ resistenza.
Se hai una malattia grave, usala per l’illuminazione. Qualsiasi cosa terribile ti capiti nella vita, usala per l’illuminazione.
Elimina il tempo dalla malattia, non attribuirle ne’ passato ne’ fururo. Lascia che ti costringa a essere intensamente consapevole del presente, e vedi cosa succede.
Diventa un alchimista. Trasmuta il vile metallo in oro, la sofferenza in consapevolezza, una catastrofe in illuminazione.
Sei gravemente ammalato e provi rabbia per cio’ che ho appena detto? Allora e’ un chiaro segno che la malattia e’ diventata parte del tuo senso di appartenenza e che cosi’ facendo proteggi la tua identita’, e la malattia.
La condizione etichettata con il termine “malattia” non ha niente a che vedere con chi sei veramente.
Ogni volta che si verifica una catastrofe o qualcosa che va storto (malattia, disabilita’, perdita della casa, del patrimonio o della propria identita’ sociale, rottura di una relazione intima, morte o sofferenza della persona amata, o la propria morte ingombente) devi sapere che c’e’ anche un altro aspetto della questione. Sei solo a un passo di distanza da qualcosa di incredibile: una trasmutazione alchemica totale del vile metallo del dolore e della sofferenza in oro.
Questo passo si chiama resa.
Non voglio dire che sarai felice in una situazione simile. Non sara’ cosi’. Ma la paura e il dolore verranno trasformati in pace interiore e serenita’ che provengono da un posto molto in profondita’, dal Non Manifestato. E’ “la pace di Dio che supera ogni comprensione”. In confronto la felicita’ e’ una cosa piuttosto superficiale.
Con questa pace radiosa giunge nella profondita’ dell’Essere la comprensione del fatto che sei indistruttibile, immortale. Non e’ una credenza. E’ certezza assoluta che non ha bisogno di prove esteriori provenienti da qualche fonte secondaria.

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