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Che cos’è il “corpo di dolore”

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Oggi vi parlerò del corpo di dolore ,Si sente spesso parlare di corpo di dolore anche grazie ad un signore che ne parla molto nei suoi libri, Eckhart Tolle. È una buona denominazione da dare alla personalità che vive perennemente in uno stato d’animo negativo per lo più inconscio, perciò ho voluto intitolare questo video in questo modo e spiegarti come questo corpo di dolore si crea, da che cosa è fatto e infine, come si può sciogliere per far emergere CHI SEI. Veramente .

Il corpo di dolore è l’insieme dei condizionamenti mentali presenti nel corpo mentale e le emozioni ad essi collegate. 

Emozioni e pensieri negativi, cioè composti di una vibrazione bassa e presenti nella personalità dell’individuo, col passare del tempo creano un vero e proprio corpo sottile di dolore.

Questo corpo non può essere visto, ovviamente,
ma è “provato” dalla maggior parte degli esseri
umani su questo pianeta. Se ne fa esperienza
diretta, lo si vive nella propria vita.
Questo fare esperienza del corpo di dolore, per
la maggior parte delle persone è un processo
inconsapevole, vale a dire che non si sa che
accade. Si è pertanto vittime dei processi
mentali ed emotivi a bassa vibrazione. Si tratta
di un vero e proprio stato di
addormentamento che vige in praticamente
tutti gli esseri umani.

Questo stato si crea nell’individuo a seguito di un accadimento della propria vita.

La persona fa esperienza di qualcosa di negativo che crea uno shock emotivo, spesso nei primi anni di vita, ma anche lungo la vita stessa. Il corpo di dolore si forma con unostream di pensieri legato a questo shock emotivo.

Col passare del tempo, se questo loop mentale emotivo non viene interrotto, l’umore passa ad essere uno stato d’animo e l’opinione comincia a diventare una convinzione.

Da questa esperienza, a livello emotivo avviene la creazione di una reazione emotiva, una emozione reiterata per un tempo abbastanza ristretto. Questa reazione è originata da un susseguirsi di pensieri, inconsci o meno, che diventano delle opinioni legate all’accadimento, che cominciano a solidificare il corpo di dolore.

Si cristallizza una certa personalità e l’individuo comincia ad identificarcisi. Questo è un processo inconsapevole.

Avvenuto questo, col passare del tempo, lo stato d’animo diventa un vero e proprio carattere perenne ed inconscio, sorretto a livello mentale da delle credenze ormai solidificate.

Si trova cioè in una vera e propria prigione autocreata, le quali sbarre rappresentano le credenze da lui stesso create e confermate quotidianamente o ogni volta che le stesse esperienze si ripresentano.

L’individuo è inconsciamente imprigionato e si lamenta della propria condizione, sebbene sia lui stesso il carnefice e la vittima. 

Allo stesso tempo la vita ripresenta periodicamente nuovi accadimenti che possono servire all’individuo per invertire la spirale autodistruttiva da lui stesso creata, ma che regolarmente per la maggior parte di essi, diventa solo un modo per autoconvicersi ancor più, rinforzando le sbarre che lo tengono prigioniero.

Il corpo di dolore è una struttura energetica, nella quale ci identifichiamo, che intrappola la nostra essenza.
Il dolore si mostra a noi sotto mille aspetti: rabbia, frustrazione, tristezza, auto-commiserazione, gelosia, invidia, possesso; ogni sorta di stato d’animo oscuro che si riversa sul nostro modo di pensare e di vedere la realtà.

Un esempio di come si crea il corpo di dolore. Relazione.

Vediamo un semplice esempio legato alla vita quotidiana ti tanti di noi sulla creazione di un corpo di dolore. 

Accadimento: il tuo partner ti ha tradito. Hai trovato dei messaggi chiarissimi sul suo cellulare e ti ha confessato tutto. 

Shock emotivo: Stai malissimo. Ti senti tradito, non apprezzato, pieno di rabbia e odio. 
Stream di pensieri: pensi a come possa essere successo, da quanto tempo andava avanti, cosa abbia scatenato tutto. 

Dopo poco tempo…

Reazione emotiva: Ti senti solo e provi ancora rabbia verso il partner e l’amante. Non riesci ad accettare che sia finita.
Opinione: il tuo partner è un bastardo, uno schifoso, uno stronzo. 

Dopo qualche tempo…

Umore: Ti isoli e sei giù. C’è depressione e poca voglia di stare con le persone.
Convinzione: Gli uomini o le donne sono stronzi. Non sono abbastanza. Non mi vuole nessuno.

Dopo altro tempo

Stato d’animo: depressione , solitudine perenne, apatia.
Credenze: sarò solo per sempre. L’amore non esiste. La vita fa schifo.

Come vedi, in questo loop si scende sempre di più in una posizione di mancanza degenerativa fatta di malessere e credenze limitanti.

Voglio ora riportare alcuni passaggi del libro “ Un nuovo Mondo “ che consiglio di leggere .

Credo che siano informazioni preziose che tutti dovrebbero conoscere.

[…] Qualsiasi emozione negativa che non sia completamente confrontata e vista per quello che è nel momento in cui nasce, non si dissolve completamente. Si lascia dietro un resto di dolore.[…] I resti del dolore rimasto da una qualsiasi forte emozione negativa non affrontata, non accettata, e quindi non lasciata andare, si uniscono per formare un campo energetico che vive in ogni cellula del vostro corpo.[…] Questo campo di emozioni vecchie, ma ancora molto presenti e che vivono in quasi tutti gli esseri umani, è il corpo di dolore.

[…] Il corpo di dolore è una forma di energia semi-autonoma che vive nella maggior parte degli esseri umani, un’entità fatta di emozioni. Ha una sua intelligenza primitiva, non dissimile dalla furbizia animale, diretta principalmente alla sopravvivenza.

Come tutte le forme di vita, periodicamente ha bisogno di nutrirsi, di prendere nuova energia, e il cibo che richiede consiste di energia compatibile con la propria, un’energia che vibra a una frequenza simile. Ogni esperienza emozionale dolorosa può essere usata come cibo dal corpo di dolore; ecco perché prospera con il pensiero negativo così come nel dramma delle relazioni. Il corpo di dolore è dipendente dall’infelicità.

Può essere uno shock quando comprendete per la prima volta che vi è qualcosa in voi che periodicamente cerca emozioni negative, cerca infelicità.

Nella maggior parte delle persone, il corpo di dolore ha uno stadio latente e uno attivo. […] Quanto a lungo stia nello stadio latente varia da persona a persona. Alcune settimane è il caso più comune, ma può essere anche solo qualche giorno o perfino mesi. In qualche raro caso il corpo di dolore può stare in ibernazione per anni, prima che qualche evento inneschi la fase attiva.

Il corpo di dolore si risveglia dalla fase latente quando ha fame […] Quando è pronto ad alimentarsi, può usare la cosa più insignificante come pretesto per attivarsi, qualcosa che uno dice o fa, o perfino solamente un pensiero. Se vivete soli e in quel momento non c’è nessuno intorno, il corpo di dolore si nutrirà dei vostri pensieri. Improvvisamente i pensieri diventeranno profondamente negativi.

[…] Lo schema abituale del pensiero che crea l’emozione è invertito nel caso del corpo di dolore, almeno inizialmente. In questo caso l’emozione guadagna rapidamente il controllo del vostro pensiero e, una volta che la mente è stata sopraffatta dal corpo di dolore, il pensiero diventa negativo. La voce nella testa vi racconterà storie tristi, oppure piene di ansia o di rabbia, su voi stessi o sulla vita, sugli altri, sul passato, sul futuro, o su eventi immaginari. La voce starà incolpando, accusando, lamentandosi, immaginando. E voi sarete così totalmente identificati con qualsiasi cosa vi dica quella voce, credendo ai suoi pensieri distorti. A quel punto, la dipendenza dall’infelicità è in atto.

[…] Se vi sono intorno altre persone, preferibilmente il vostro partner o un membro della famiglia, il corpo di dolore tenterà di provocarli, di schiacciare i “bottoni giusti”, così da potersi nutrire e garantirsi un dramma. I corpi di dolore amano le famiglie e le relazioni intime perché è lì che prendono la maggior parte del loro cibo.[…] È un’emozione rozza che cerca di avere più emozione. Il corpo di dolore dell’altra persona vuole risvegliare il vostro, così che entrambi possano darsi energia a vicenda.

[…] Un consumo eccessivo di alcool spesso attiva il corpo di dolore, particolarmente negli uomini, ma alle volte anche nelle donne.

[…] La maggior parte dei corpi di dolore vogliono sia infliggere sia subire dolore, ma certi sono prevalentemente carnefici o vittime. In entrambe le situazioni si nutrono di violenza, emozionale o fisica.

[…] Nelle relazioni intime, i corpi di dolore sono abbastanza abili da rimanere in sordina finché i partner non cominciano a vivere insieme. […] Voi non sposate solo vostra moglie o vostro marito, sposate anche il suo corpo di dolore e l’altro coniuge sposa il vostro. Può essere davvero uno shock quando un giorno improvvisamente vi trovate di fronte un completo cambiamento della personalità del vostro partner. […] Non è naturalmente il suo aspetto reale, è solo il corpo di dolore che temporaneamente ha preso il suo posto.

[…] Tribù, nazioni, razze, tutti hanno il loro corpo di dolore collettivo.

[…] Quasi ogni donna ha la sua parte di corpo di dolore collettivo femminile, che tende ad attivarsi particolarmente prima del ciclo mestruale.

Come uscire dal corpo di dolore

Accorgersi del dolore e osservarlo è un passo indispensabile per iniziare a trasformarlo. Il dolore, infatti, non va respinto, non va combattuto, non va soffocato con inutili distrazioni. Il dolore va usato. Come? Cominciando a vederlo per quello che è: energia.

La prima cosa da fare è uscire dall’identificazione con il corpo di dolore, prendendo coscienza del tuo stato d’animo e osservando come si manifesta dentro di te. Quale parte del tuo corpo senti coinvolta? Sposta lì la ATTENZIONE NON GIUDICANTE osserva senza voler cambiare nulla, il movimento dell’energia che si sta manifestando. Sii consapevole che ogni espressione emotiva è solo energia che si muove.

Accoglilo, ma non nutrirlo: è la tua identificazione con la sua espressione che lo mantiene in vita.

È come un bambino che fa i capricci !

Osservare il corpo di dolore vuol dire cominciare a scomporlo ed a renderlo più visibile. Quando si può vedere l’emozione ed il pensiero come entità separate da se stessi, si diventa altro ed ha inizio il processo di risveglio.A questo punto si comincia a trasmutare la parte emotiva ed a mettere in dubbio le proprie credenze, che col tempo perderanno il collante che le teneva attaccate alla propria identità.

Tu non sei dolore, non sei un’emozione. Tu sei Meraviglia.

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