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Osserva con occhi diversi cosa definisci sofferenza

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La sofferenza inizia quando mentalmente date un nome o etichettate in qualche modo una situazione come indesiderabile o cattiva. Vi risentite per una situazione e spesso questo risentimento la personalizza e vi porta in un «me» reattivo.
Dare un nome ed etichettare sono abitudini, ma quest’abitudine può essere spezzata. Incominciate a metterlo in pratica con piccole cose, «senza definirle». Se perdete l’aereo, fate cadere una tazza che si rompe, o scivolate e cadete nel fango … potete evitare di definire l’esperienza come brutta o dolorosa? Potete immediatamente accettare l’«essere così com’è» di quel momento?
Definire qualcosa come cattiva, causa in voi una contrazione emozionale. Quando siete in grado di lasciarla essere, senza darle un nome, vi è improvvisamente disponibile un potere enorme.
La contrazione vi taglia fuori da quel potere, il potere della vita stessa.
Essi mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Andate al di là del bene e del male, evitando di etichettare mentalmente qualsiasi cosa come buona o cattiva. Quando andate al di là dell’abitudine di definire, il potere dell’universo si muove attraverso di voi. Quando siete in una relazione non reattiva con le esperienze, quello che prima avevate chiamato «cattivo» spesso si trasforma rapidamente, se non immediatamente, attraverso il potere della vita stessa.
Osservate cosa accade quando non definite un’esperienza come «cattiva» ed invece permettete un’accettazione interiore, un «sì» interiore, e così la lasciate essere così com’è.
Qualunque sia la vostra situazione di vita, come vi sentireste accettandola completamente così com’è – proprio Adesso?

“La maggior parte della sofferenza umana è inutile. Ce la infliggiamo da soli fino a quando, a nostra insaputa, si lascia che la mente prenda il controllo della nostra vita.” “La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario
Eckhart Tolle

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