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VIVI NEL PRESENTE

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Oggi vi posto una bellissima testimonianza della scuola non scuola …

“Roberto, che stai facendo?”

Roberto è il titolare del negozio di parrucchiere vicino al bar nuovo che gestiamo in famiglia.
In quel momento stava sotto il motore dell’aria condizionata sopra una scala ed indossava dei guanti di gomma.

“Sto smontando, mi risponde, a malincuore questo nido che una coppia di piccioni ha costruito sul motore del condizionatore.
Potrebbero danneggiarlo facendomi un bel danno.”

Effettivamente avevo notato quei due piccioni che portavano in continuazione dei rametti presi da una area verde li vicino e con grande impegno e maestria li intrecciavano per prepararsi a deporre le uova.

“Anche l’anno scorso erano venuti qui ed hanno deposto le uova…
Io non me ne sono accorto e si sono schiuse e sono rimasti con i piccoli fino a che non sono volati via…
Questa volta non glielo posso permettere, e ho smontato il nido in tempo. Guarda tu quanti rami ho dovuto togliere…”

Effettivamente, c’era un bel mucchietto di rami in un angolo del porticato..
A me è andato subito il pensiero su quanta fatica a volte facciamo per costruire il nostro “nido” e a quanta sofferenza quando per un motivo o per un altro lo perdiamo…

La coppia di piccioni non si è persa d’animo e nei giorni successivi ha ripreso a portare pezzetti di rami e a ricostruire un altro nido, proprio lì dove l’aveva costruito le altre volte…

“Mi tocca levarlo di nuovo, non vorrei, ma lo devo fare, mi creano dei danni…”

Prende la scala, si infila i guantini e poco dopo sotto al motore si forma un altro mucchietto di rametti.

Cosa avremmo fatto noi in questo contesto?

Non solo ci ha distrutto la casa una volta…aveva avuto l’ardire di distruggerla una seconda volta…

E dove potrà partorire la mia compagna?

Come potrò garantire la sicurezza ai nascituri?

Mentre ancora riflettevo su tutto questo, facendone in realtà un gioco di autocoscienza, un modo per vedere sempre più in profondità in me, la Vita mi ha regalato un grandissimo insegnamento…

Portando fuori ai tavolini qualche caffè e qualche gelato…

Ho notato che sul pavimento del porticato c’erano i due piccioni che si rincorrevano.
Uno un po’ cicciottello…il maschio
L’altro più piccolino, leggero, elegante…la femmina.

Si rincorrevano in mezzo alla gente che camminava persa nei propri pensieri, noncurante della bellezza della scena.

Si rincorrevano e “tubavano”, riempiendosi di bacetti e di coccole,
nonostante tutto quello che era successo.

Non stavano a piangere sulla sorte dei nidi, delle loro fatiche, pensando alle uova ed al futuro della loro prole, quando noi spesso per una parola detta o intesa male siamo capaci di scatenare una guerra 😓.

Non erano furiosi con Roberto il parrucchiere e la specie umana per tanta prepotenza e mancanza di rispetto e di delicatezza.

Amoreggiavano…

Con una leggerezza che toccava il cuore…

C’era anche Roberto al tavolino e gli ho fatto notare la scena.

Un insegnamento proprio potente sul qui ed ora:

vivere il presente significa proprio accogliere ciò che la Vita ci manda per come viene, non per come vorremmo…

Una malattia, un problema economico, le varie relazioni, le guerre…

Quando accogliamo la vita così come viene, che fine fa la paura?

Allora può emergere in noi ciò che emerse nei picconcini…

Ringrazio sempre la Vita perché ci fa giungere insegnamenti in ogni modo, e possiamo imparare quando siamo presenti le lezioni anche quando il Maestro si presenta come due piccioncini…

Vi lascio con questi insegnamenti del grande Krishamurthi proprio sul momento presente:

La mente è prigioniera di uno schema nel quale si muove e funziona. Questo schema, che racchiude l’esistenza stessa della mente, è fatto di passato e di futuro, di speranza e di disperazione, di confusione e di un ordine utopistico; oscilla continuamente tra quello che è stato e quello che dovrebbe essere. Sappiamo tutti come stanno le cose. E ora voi vorreste spezzare il vecchio schema per sostituirlo con uno nuovo, che non sarebbe altro che la modificazione del vecchio… Voi vorreste costruire un mondo nuovo. È impossibile. Naturalmente potrete ingannare voi stessi e gli altri, ma finché il vecchio schema non sarà completamente distrutto, non potrà esserci alcuna vera, profonda trasformazione. Illudetevi pure, ma voi non siete la speranza del mondo. Se vogliamo che ci sia ordine al posto di questo caos, è assolutamente necessario che qualsiasi schema della mente, nuovo o vecchio che sia, venga distrutto. Per questa ragione è essenziale capire come funziona la mente…

È possibile che la mente non abbia schemi e sia libera da questa continua oscillazione del desiderio tra il passato e il futuro? Certamente è possibile. Significherebbe vivere ora, nel presente. Vivere davvero implica non avere speranza, non avere la minima preoccupazione del domani, il che non significa vivere nella disperazione o nell’indifferenza. Noi non viviamo; siamo semplicemente alle prese con la morte, col passato o col futuro. Vivere è la rivoluzione suprema. Per vivere non c’è bisogno di schemi; gli schemi appartengono alla morte: sono il passato e il futuro, quello che è stato o l‘utopia di quello che dovrebbe essere. Voi vivete nutrendo utopie, così invitate la morte, non la vita.

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